Il Giorno
1986 I suoi abiti non hanno ore, non hanno stagione: il «guardaroba atemporale» di Gisella Chiesa demolisce i luoghi comuni del vestire, quelli che impongono il tailleur solo di giorno o il cotone solo d'estate. Nel piccolo atelier, al terzo piano di via Valpetrosa 10, un'ansa vecchiotta di via Torino, sono esposti 60 modelli che ignorano totalmente le regole tradizionali così come le «cattive abitudini» della moda. Spalle imbottite? Per carità, «roba di plastica, praticamente una protesi», è il commento dell'autrice della collezione. La bigiotteria? «Squallida. O ti metti un gioiello, oppure lascia perdere». Ma gli abiti di Gisella Chiesa, dedicati ad un piccolo e fedelissimo pubblico, non rinunciano né alle spalle pronunciate, un tema anzi ricorrente nei modelli improntati a forme geometriche, né ai bijoux. Le prime, realizzate esclusivamente con il gioco di cuciture e tessuti. Quanto ai gioielli, sono concessi soltanto se «naturali», come il bracciale in seta abbinato al modello dello stesso tessuto. Vestiti estrosi ma non complicati, capi che non hanno niente a che fare con il pret-à-porter. Vale la pena di andare a dare un'occhiata . Sessanta pezzi unici, tutti cuciti a mano, fino al ricamo dell'etichetta, rigorosamente pensati e confezionati con materiali naturali, tessuti nei modi più pregiati. Dall'impalpabile abito sbracciato al cappotto, dal tailleur invernale al vestito da ballo in taffetà, fino al vestito rosa che avvolge una sposa ironica e spiritosa, capace di indossare come copricapo una cresta in tulle e spolverare il pavimento con una lunga coda. Nell'armadio di Gisella Chiesa ci sono tutti i colori (nella più completa indifferenza verso le tinte «che vanno di moda»), c'è la fantasia e la funzionalità, lo scherzo e lo charme.. Design di moda su "Il Giorno" (1986)
Grazia
1986 GLI ABITI-DESIGN DI GISELLA CHIESA Gisella Chiesa è una designer che "progetta" abiti. I suoi pezzi unici nascono direttamente dal tessuto. Ogni tessuto ha caratteristiche precise e può essere impiegato meglio di altri per sostenere determinati tagli. Gisella Chiesa come uno scultore "trae" direttamente dalla materia i suoi oggetti di design. I tessuti hanno un'im-portanza determinante. La scelta, da anni, cade solo su tessuti naturali, preziosi. Tessuti belli e colori totali. Gisella Chiesa ama i colori, tutti i colori purché presi uno per uno. In effetti sono molto belli i colori «pieni». L'ispirazione prende qualcosa dalla geometria, dalle asimmetrie? Ogni abito viene progettato e costruito pensando alla donna, alle sue forme, alla sua attività. La filosofia del "vestire atemporale" pone Gisella Chiesa fuori dal sistema-moda "omologato". Non vi sono cadenze stagionali rigorose. Gisella Chiesa è riuscita a liberare la donna dagli obblighi delle cose ovvie. Gli abiti-design lasciando la donna libera di esprimere la propria personalità, la propria "voglia di essere". Anche il concetto di taglia è superato. Gli abiti sono pensati su dei corpi vivi. I tagli geometrici permettono agli abiti di adattarsi a tantissime donne. Ogni suo abito è un pezzo unico. Questo dà la misura di quanto si sia lontani dal corrente sistema-moda. Design di moda su rivista "Grazia" (1986)
Il Sole 24 Ore
1986 Citazioni storiche e fantasia futurista si fondono invece da Gisella Chiesa che alterna il suo lavoro di costumista teatrale alla ricerca stilistica. Nel suo atelier ha presentato i suoi "Sessanta pezzi unici", abiti design con tessuti preziosi ed invenzioni a metà tra il gioco intellettuale e l'eletta eccentricità della moda. Nessuna spallina sostiene le ampie spalle ad ala tagliate in modo da star su senza imbottiture, il mantello di lana ha un inedito spacco in vita che lo fa somigliare ad un due pezzi, la gonna ha spacchi orizzontali effetto "finestrino". Design di moda su "Il Sole 24 Ore" (1986)